La violenza contro le bambine ed i bambini è, purtroppo, un fenomeno ben più diffuso di quanto comunemente siamo disposti a pensare. I dati di ricerche condotte sia a livello mondiale (dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – Global Status Report on Violence Prevention, 2014), sia a livello nazionale (ad es. dall’Istituto degli Innocenti di Firenze, Vite in Bilico, 2006) rilevano che ben 1 bambino su 4 è vittima di maltrattamento fisico, 1 su 3 di maltrattamento psicologico e ben 1 bambina su s subisce abuso sessuale. Senza contare poi le migliaia di bambini che assistono a violenza in famiglia, vittime di un trauma certo non meno impattante e meno grave di quello conseguente ad un maltrattamento direttamente subito. Anche l’esito estremo di tali violenze è ben più diffuso di quanto comunemente si pensi: dal 2000 al 2015 in Italia sono ben 1600 i bambini rimasti orfani in seguito all’uccisione della mamma ad opera del papà o del patrigno (Baldry, 2017). Questi dati allarmanti vengono però spesso minimizzati, non rilevati, taciuti … quanto spesso sentiamo citare questi numeri? La mancata rilevazione della violenza, il suo rimanere sommersa, si traduce poi in assenza di tutela, di intervento e di sostegno a favore delle vittime.

Ad esempio, la ricerca dell’Istituto degli Innocenti ci dice che ben il 65% delle vittime di abuso sessuale parla dell’abuso subito e chiede aiuto, ma troppo spesso (ben nel 66% dei casi) senza riceverlo. Il CENSISs tima che perogni abuso sessuale denunciato ce ne siano altri 100 che rimangono taciuti. Ma quali sono i motivi per i quali la violenza rimane così spesso non rilevata e sommersa? Si tratta sicuramente di un argomento difficile, in grado di generare in chi vi si approccia le stesse emozioni dolorose provate dalle vittime; implica accettare l’evidenzac he l’essereu mano è capace di compiere il male contro un proprio simile, anche nei confronti dei propri cuccioli, anche nell’ambito di relazioni significative che dovrebbero, invece, proteggere. Non è possibile affrontare tali dati di fatto senza sofferenza, conflitto e, quindi, senza tentare di difendersi con meccanismi di negazione e di minimizzazione. In più, gli interessi dei maltrattanti e degli abusanti sono in grado di condizionare la”scienza”g, enerando falsi miti che, sebbene mai comprovati da ricerche e da dati empirici, stanno avendo ampia diffusione.

Ad esempio, l’idea che un bambino che esprime paura per un genitore e si rifiuta di vederlo sia manipolato ed “alienato” dall’altro genitore. Questa è l’idea che sta alla base della cosiddetta alienazione parentale, mai inserita in alcun manuale diagnostico, mai riconosciuta dalla comunità scientifica e identificata dall’Associazioned egli Psicologi Americani come un mezzo “per ignorare le paure dei bambini in situazioni ostili e di abuso psicologico” (APA, 1996).

O ancora, l’idea che molte dichiarazioni ed accuse di violenza e/o di abuso sessuale siano false, quando invece lericerche effettuate dimostrano quanto la percentuale di false denunce sia in realtà bassa. Queste false credenze, mettendo in dubbio la credibilità delle vittime, producono effetti deleteri sulla loro tutela e sul loro benessere. !.’.auspicièo che la tutela dei diritti di bambine e bambini venga messa in primo piano, che si operi ai fini della sensibilizzaziones ociale,c ulturale e politica, affinché si modifichino le condizioni che ad oggi agiscono meccanismi di negazione e di minimizzazione (e di fatto di legittimazione) collettiva.